Sex Education e la sessualità fra gli adolescenti

28.01.2019

Sex Education è una nuova serie TV uscita l'11 gennaio su Netflix. Racconta la storia di Otis, un
adolescente impacciato e timido, Maeve, la ribelle della scuola, e Eric, l'amico gay dichiarato di Otis nonché ragazzo più sfigato della scuola. Oltre ai tre protagonisti, la storia si concentra sugli altri studenti della scuola secondaria Moordale e sulla dottoressa Jean Milburn, madre di Otis e rinomata sessuologa. Quando Maeve scopre il talento di Otis per aiutare i ragazzi nei loro problemi più intimi, i due organizzano uno sportello di aiuti in campo sessuale per i ragazzi della scuola. La trama s'infittisce sempre più fra innamoramenti, fratelli spacciatori, bullismo e tanti, tantissimi ormoni. Sex Education nel complesso ha un'autenticità che altre serie per ragazzi non hanno. Innanzitutto è la prima serie per adolescenti a mostrare un pene sullo schermo; in secondo luogo, non romanticizza i momenti più imbarazzanti e intimi della vita di un adolescente. L'imbarazzo per il proprio corpo, le insicurezze e la sensazione di non aver ancora capito chi si è veramente sono una costante attraverso tutta la serie. Gli adolescenti di Sex Education sembrano veri; sembrano i nostri amici, i nostri compagni di classe e, a volte, noi stessi. È facile immedesimarci in loro, seguendoli mentre percorrono la vita facendo errori e, molto spesso, non sapendo essi stessi cosa vogliono. Anche il tema della sessualità è trattato in maniera molto realistica. I ragazzi di Sex Education non sono degli stereotipi di ciò che uno sceneggiatore pensa che un adolescente sia. Bensì sembrano come noi, anche nella vita sentimentale. Non ci sono dichiarazioni d'amore travolgenti e nessuno sa esattamente quello che sta facendo. Un altro aspetto di questa serie che mi è piaciuto sono le scenografie e costumi. Questi sono aspetti dell'arte cinematografica che vengono spesso ritenuti superflui. In Sex Education, invece, sono curati nei minimi dettagli. Per esempio Otis si veste sempre con camicie a maniche corte, colorate ma comunque conservatrici, che rappresentano chiaramente la sua personalità. Lui, infatti, non cerca di sembrare ciò che non è, come molti ragazzi della sua scuola. Maeve indossa quasi sempre un giubbotto di pelle e ha i capelli tinti di rosa ma, all'occorrenza, sa anche omologarsi alle masse. Questo rappresenta la dualità del suo personaggio, la contrapposizione fra ciò che tutti pensano di lei è ciò che è veramente. Eric, per tutta la prima parte della serie, si veste costantemente in modo eccessivo, sembrando sempre fuori posto. Quando, invece, tenta di omologarsi alle masse, inizia a vestirsi di colori più neutri, soprattutto di marrone, e ad indossare non più camicie sfarzose, ma bensì felpe e jeans. È solo negli ultimi episodi che Eric ritroverà sé stesso e ricomincerà a vestirsi come vuole veramente.

Nel complesso questa serie mi è piaciuta molto, è realistica e onesta. Non cade mai nei cliché che
ci si potrebbero aspettare da serie così e, anzi, riesce sempre a sorprendere lo spettatore. Il finale, soprattutto, vira nella direzione opposta rispetto a ciò che tutti si aspettavano, rendendolo, per questo, molto più realistico e convincente.

Sofia Del Pero


L'eco del Monti, la redazione.
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