A tavola con un futurista

24.01.2019

Il futurismo, corrente artistica che si sviluppò principalmente in Italia agli inizi del 1900, a differenza di molte altre correnti artistiche, si è espanso in quasi ogni ambito dell'arte. Ciò include, sorprendentemente, la cucina. Il manifesto della cucina futurista, pubblicato dallo stesso Marinetti, creatore del movimento, nel 1931 è l'ultimo dei grandi manifesti futuristi. Nonostante ciò l'idea di cucina futurista nacque quasi vent'anni prima. Precursore di questa corrente è il cuoco francese Jules Maincave che nel 1914 aderì alla dottrina futurista. Egli, annoiato dalla cucina tradizionale, iniziò a presentare piatti futuristi nel proprio ristorante come il suo piatto più famoso, "Cotolette d'attacco". Fu Maincave ad aiutare Marinetti a scrivere il manifesto. Purtroppo egli morì nel 1920, non potendo quindi veder terminata la sua opera di rivoluzione della cucina.

La cucina futurista, per quanto assurda, diventò molto popolare fra chef e amanti del futurismo dell'epoca. Il suo intento era quello di stravolgere le basi della cucina tradizionale, che riteneva antiquata e non adatta ai nuovi tempi. Per esempio, Marinetti si proclamava contro la pastasciutta ritenendola "assurda religione gastronomica italiana" e arrivando al punto di denunciarla come causa di fiacchezza, pessimismo, inattività nostalgica e neutralismo negli
italiani. Marinetti propose, al posto della pastasciutta, il consumo di riso. Egli lo considerava più sano della pastasciutta e sosteneva che un maggiore consumo di riso avrebbe aiutato l'economia agricola italiana, in quanto in Italia si producevano vaste quantità di riso ma ben poco grano.

Oltre a questa assurda proposta, la cucina futurista innovò il campo culinario in diversi fronti.

Prima di tutto italianizzò diverse parole in campo gastronomico. Così, sotto la guida di Marinetti, il picnic divenne "pranzoalsole", il dessert "peralzarsi" e il cocktail "polibibita", che si poteva bere al "quisibeve" e non al bar. La più nota fra le parole inventate da Marinetti fu di certo il sandwich che divenne "tramezzino".

La cucina futurista cercò inoltre di stimolare gli altri sensi, oltre al gusto, durante l'assunzione di un pasto. Per esempio, era comune spruzzare profumi, che poi venivano immediatamente dispersi grazie a ventilatori, per accompagnare ogni portata. Inoltre l'uso di coltelli e forchette era proibito durante la consumazione di molti piatti futuristi, per stimolare il tatto dei commensali, che erano anche incoraggiati a strofinare la mano non dominante su una tavoletta sensoriale

Nel manifesto della cucina futurista vengono anche esposte le ricette di alcuni piatti tipici di questa cucina, il più famoso dei quali viene chiamato "carneplastico" o polpettone dinamico-futurista. Esso, inventato dal pittore futurista Fillìa, è formato da un cilindro di carne di vitello riempito di undici varietà di verdure, disposto verticalmente sul centro di un piatto e sostenuto da un anello di salsiccia poggiante su tre sfere di pollo. Il tutto viene guarnito in crosta di miele. Questo piatto, a detta dell'autore, voleva ricreare gli orti, i giardini ed i pascoli d'Italia. Esso è uno dei tanti esempi di "complessi-plastici" creati da Fillìa ed altri futuristi.

Marinetti inoltre incoraggia i cuochi ad usare strumenti scientifici all'interno della cucina per poter ottenere una maggior precisione per le proprie ricette. Consiglia infatti di usare ozonizzatori, lampade per l'emissione di raggi ultravioletti, elettrolizzatori, mulini colloidali, apparecchi di distillazione a pressione ordinaria e nel vuoto, autoclavi centrifughe e dializzatori. Malgrado alcuni degli strumenti che propone di usare, come le lampade per l'emissione dei raggi ultravioletti, siano dannosi per la salute, l'idea di usare una strumentazione più precisa e scientifica per un'arte come la cucina fu rivoluzionaria all'epoca di Marinetti.

Altre delle proposte della cucina futurista sono: l'abolizione delle discussioni politiche a tavola,
la presenza di alcune vivande che non verranno mangiate ma che serviranno soltanto a stuzzicare la curiosità e la fantasia dei commensali e la creazione di bocconi simultanei, che incorporino dieci o venti sapori alla volta. I futuristi inoltre consigliavano, fra una portata e l'altra, l'ascolto di qualche brano musicale affinché la musica non distraesse il palato durante la degustazione dei piatti.

Marinetti, oltre alle sue idee per la cucina futurista, presentò nel manifesto anche qualche scenario di cena futurista.

Il primo, realmente accaduto, era il grande banchetto futurista per l'esposizione coloniale di
Parigi del 1931. Egli iniziò citando importanti personaggi dell'epoca che parteciparono al banchetto, dal ministro francese Paul Reynaud allo scrittore catalano Eugenio d'Ors. In seguito Marinetti iniziò a narrare l'arrivo delle portate, partendo dalle isole alimentari di Fillìa, per poi passare all' "aerovivanda", una composizione di frutta e verdura che si mangiava con la mano destra, senza l'ausilio di posate, mentre si usava la sinistra per strofinare delle tavolette tattili. Fra una portata e l'altra ci furono diverse interruzioni da parte di cantanti e ballerini, inclusa una performance di Joséphine Baker.

Attraverso la descrizione di questo pasto saltano subito all'occhio gli eccessi e la stravaganza della cucina futurista,che non bada a spese, decoro e tradizione nel tentativo di stupire i propri invitati.

Gli altri pasti descritti nel manifesto (pranzo eroico invernale, pranzo musicale autunnale, pranzo di nozze e pranzo oltranzista) sono tutti immaginari. In essi Marinetti, giocando con l'immaginazione, descrisse dei pasti al limite del reale, che variavano da un pranzo di nozze in cui tutto non andava secondo i piani ad un pasto in cui le pietanze venivano solo annusate e i commensali non ne mangiavano neanche un boccone. Queste, più che essere idee per dei pasti o delle pietanze, appaiono come delle narrazioni fantasiose di pranzi che non avverranno mai.

Il manifesto si conclude con qualche consiglio per gli scapoli, affinché i pasti solitari mantengano qualche aspetto interessante. Marinetti, quindi, consigliava allo scapolo di evitare il silenzio, la solitudine e la mancanza di altre persone nella sua vita. Descrisse inoltre quattro ricette denominate "vivande-ritratto", il cui scopo era quello di rappresentare quattro personaggi nella vita dello scapolo. Infine fornì le dosi per due polibibite, per poi concludere con due ultime ricette fantasiose.

Si può osservare come il manifesto della cucina futurista non sia un vero e proprio libro di cucina,
ma piuttosto rappresenti un'idea astratta delle immense possibilità che ognuno di noi ha quando accende i fornelli. Il suo obbiettivo non è quello di fornirci dosi precise, minuti di cottura e ingredienti particolari, ma piuttosto di farci riflettere su cosa mangiamo e come lo mangiamo. Malgrado non sia pratico o ancorato alla realtà, è una rappresentazione chiara del futurismo e delle sue ideologie che, nonostante la loro stravaganza, hanno aiutato a modellare l'Italia e, perché no, il mondo, in ciò che è tuttora.


L'eco del Monti, la redazione.
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